La classificazione delle Travi PREM è solo una questione procedurale o attiene anche alla sicurezza?
E' una questione che coinvolge profondamente la sicurezza sia in prima che in seconda fase. Facciamo alcuni semplici esempi di come una morfologia pensata per travi miste acciaio calcestruzzo non si possa trasporre banalmente in una trave in c.a. senza opportuni e profondi adattamenti morfologici e progettuali.
1) Piegando le barre nervate, per formare l'anima del traliccio, e poi saldandole in cresta d'anima, nella zona snervata dalla piega, si indurrebbe inevitabilmente il fenomeno dell'Invecchiamento del materiale, cioè della sua trasformazione in materiale fragile e non più duttile, e sappiamo bene quanto le caratteristiche di duttilità siano fondamentali sia nelle strutture saldate (prima fase) e sia per assorbire le sollecitazioni sismiche (in seconda fase). Questo fenomeno riguarda solo l'acciaio B450C che sappiamo avere una duttilità molto inferiore all'acciaio da carpenteria. La soluzione è, per esempio, quella di produrre il traliccio con semplici elementi singoli diritti e saldati in cross joints ai correnti superiori.
2) La morfologia classica delle Travi PREM prevede una tipologia delle anime del traliccio piegate a "V" rovescia con puntone e tirante di pari inclinazione ma di segno opposto. Ora in una trave in c.a. sappiamo che sono necessarie sia staffe (almeno pari al 50% del taglio) e sia ferri piegati mentre la morfologia delle anime sopra menzionata ha sì il tirante che può assolvere la funzione di ferro piegato ma non ha assolutamente staffe (visto che il puntone è piegato con angolo opposto al tirante). Ciò impedisce la formazione del traliccio di Morsh, e cioè del presupposto perchè si parli di trave in c.a., con conseguente mancato presidio della resistenza e della fessurazione per taglio. La soluzione è, per esempio, quella di produrre anime con il puntone verticale, che possa funzionare in seconda fase come staffa da c.a., mantenendo solo il tirante inclinato.
3) La morfologia tradizionale delle Travi PREM prevede un traliccio concentrato nella mezzeria della sezione della trave. Ora in una trave in c.a. sappiamo bene che è necessaria una gabbia rettangolare che possa contenere e confinare il cls, come in un tubo, per garantire la necessaria duttilità di seconda fase in caso di sollecitazioni sismiche. La soluzione è, per esempio, quella di posizionare dei tralicci verticali sui bordi della sezione e di connetterli con elementi trasversali sia inferiori che superiori.
Già dai pochi esempi sopra riportati (ma gli argomenti sono molti di più) si evince quanto debba essere profondamente diversa una trave PREM di categoria a) (mista acciaio calcestruzzo) da una Trave PREM di categoria b) (calcestruzzo armato) e di quanto sia sostanziale l'esame che debba svolgere il Servizio Tecnico Centrale "e non certo solo procedurale" a garanzia dei requisiti essenziali degli elementi strutturali.