Sistema Prem vs telai in cemento armato in opera

Possiamo immaginare, per semplicità, la stessa geometria di pilastri e travi ed analizzare il comportamento comparativo con qualsiasi configurazione del Sistema PREM purché con una certa dose, parziale o totale, di autoportanza.

1) L’autoportanza delle Travi PREM comporta una freccia iniziale, dovuta ai pesi propri, garantita dal solo metallo che non soffre del problema della viscosità. Ciò comporta una freccia elastica maggiore ma una totale assenza di effetti viscosi per i pesi propri.

Sia la Trave PREM che quella in c.a. potranno avere una contromonta per gli effetti della prima fase ma, dal piano orizzontale, la trave in c.a. sarà soggetta alla viscosità dovuta ai pesi propri e, in definitiva, svilupperà una freccia a tempo infinito (molto) maggiore.

2) La stessa autoportanza comporta un momento maggiore in mezzeria e minore all’appoggio con conseguente sgravio di monconi. Questo fatto non solo permette geometrie dei nodi altrimenti non fattibili ma, in zona sismica, comporta un minore momento resistente della trave con conseguenti minori problemi (o vincoli) di gerarchia delle resistenze nei confronti del pilastro e di minori armature nei confronti della verifica a taglio del nodo.

3) La stessa autoportanza comporta un taglio di prima fase sul solo traliccio e, di conseguenza, un taglio ridotto all’appoggio sulla sezione di cls. Questo rende fattibili, lato calcestruzzo, sezioni trasversali altrimenti proibitive.

4) Nessuna differenza, invece, per quanto riguarda la rigidezza sismica, e quindi gli spostamenti, del telaio spaziale perché, a parità di monolitismo, le rigidezze sono identiche.

Analizziamo ora i differenti impatti sul cantiere.

5) A livello di cantiere, poi, non serviranno i casseri, la posa del pilastro pluripiano taglia drasticamente i tempi di montaggio e l’autoportanza può eliminare parzialmente o totalmente, a seconda del solaio che ci si abbina, le banchine di sostegno provvisorio.